Decreto legge 12 marzo: Pasqua in zona rossa

L'elenco delle nuove regole da discutere oggi sul tavolo del CDM

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Si tiene questa mattina il Consiglio dei ministri che darà il via libera alle nuove misure per un’ulteriore stretta anti-Covid, necessaria alla luce della crescita dei contagi dovuta alle varianti diffuse ormai in tutto il Paese e responsabili di oltre la metà dei nuovi casi accertati. Le nuove misure saranno valide dal 15 marzo al 6 aprile.

Il Consiglio dei ministri è anticipato in mattinata da un incontro tra le Regioni assieme ai rappresentanti di Comuni e Province con il ministro per gli Affari Regionali Mariastella GelminiSperanza e il Cts. Una riunione informale in cui l’esecutivo illustra le nuove misure.

Lo strumento legislativo scelto dal governo questa volta sarà un decreto legge (anche se in un primo momento si era ipotizzato un disegno di legge), invece di un Dpcm come accaduto solitamente per i provvedimenti precedenti.

Lo ha confermato il ministro Gelmini: “Verrà approvato un decreto legge, e non un Dpcm, per nuove misure anti-Covid. Il premier Draghi e questo governo ritengono importante coinvolgere il Parlamento e avere un confronto con tutte le forze politiche”, ha spiegato.

I punti del nuovo provvedimento

Nel provvedimento dovrebbe entrare il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa, per rispondere più velocemente a un aumento dei contagi soprattutto alla luce della maggiore contagiosità della variante inglese.

Pasqua ci sarà una stretta, come già è stato fatto a Natale, con tutta l’Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta, ovvero dal 3 al 5 aprile. Lo avrebbe spiegato il ministro Speranza nell’incontro con gli enti locali.

“Nei giorni 3, 4 e 5 aprile (comprese quindi Pasqua e Pasquetta, ndr), sull’intero territorio nazionale, ad eccezione delle Regioni i cui territori si collocano in zona bianca, si applicano le misure stabilite” per la zona rossa. “Nei medesimi giorni è consentito, in ambito regionale, lo spostamento” verso una sola abitazione una volta al giorno a due persone con minori di 14 anni. È quanto prevede la bozza di decreto.

Dalla zona rossa nazionale saranno esentate le regioni che in quel momento si troveranno in zona bianca (attualmente solo la Sardegna).

Superare l’area gialla rispetto al diffondersi della variante inglese, facendo passare in arancione le regioni ancora in area gialla nel periodo oggetto del decreto. Sarebbe questa una proposta fatta alle Regioni dal ministro Speranza.

Dal 15 marzo al 2 aprile e il 6 aprile (3, 4 e 5 zona rossa nazionale, ndr), nelle Regioni arancioni (non nelle rosse) “è consentito, in ambito comunale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno”, tra le 5 e le 22, “e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”. È quanto si legge nello schema di decreto legge sottoposto dal governo alle Regioni.

Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell’Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all’1). Potrebbe esserci anche unanticipazione dell’orario del divieto di uscita notturna. Resta confermato il sistema a fasce di colore per le regioni in base al livello di rischio.

Intanto, da lunedì l’Italia si tingerà di rosso: la maggior parte delle Regioni sarà infatti in zona rossa, con le scuole di ogni ordine e grado in didattica a distanza, bar, ristoranti e negozi chiusi, possibilità di uscire da casa solo per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità, nessuna possibilità di andare a trovare parenti e amici una volta al giorno.

Già diversi presidenti di Regione, come Attilio Fontana per la Lombardia, hanno annunciato loro stessi il passaggio in zona rossa, che sarà effettivo dopo le ordinanze del ministro della Salute Speranza che entreranno in vigore da lunedì.

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