Per contrastare il caro case di Milano il sindaco di Milano, Beppe Sala, vuole introdurre un nuovo “bonus affitto” da 250 euro al mese per coloro a cui nascerà un nuovo figlio entro il 2023 e che possiedono un reddito Isee di circa 30mila euro; Inoltre, questo bonus avrà validità per tre anni.
Questa, però, è solo un preannuncio in quanto la strategia di palazzo Marino per contrastare il caro case di Milano verrà esposto durante il “Forum dell’abitare” che si terrà a Base Milano dal 20 Marzo al 22 Marzo 2023. Questo è ciò che dichiara il sindaco Beppe Sala: “Presenteremo le azioni che possiamo fare come comune di Milano e quelle su cui chiediamo l’aiuto delle altre istituzioni e la cooperazione nel sistema milanese: ne discuteremo insieme e poi potremmo una proposta in Consiglio comunale. Milano da un decennio attrae persone come tutte le grandi altre città nel mondo che sanno creare lavori opportunità: sappiamo però bene che a Milano in particolare e relativamente al resto Italia c’è problema retribuzioni che si somma alla dinamica per cui in tutte queste città attrattive salgono anche i valori immobiliari. In questo contesto avere una casa può anche essere una buona notizia per chi la possiede e magari se l’è vista di valutare anche del 30 per cento negli ultimi anni ma sicuramente è un problema per chi la cerca, soprattutto in affitto”.
La giunta comunale milanese e il sindaco di Milano, Beppe Sala, hanno approvato quattro misure per risolvere la questione. Il sindaco dichiara: “Negli ultimi mesi abbiamo lavorato per studiare provvedimenti sul tema abitativo; oggi in giunta abbiamo approvato quattro nuove misure, presentate dall’assessore Maran, molto importanti per la politica della casa. La prima: nel settore pubblico c’è un problema di case sfitte perché le risorse per sistemarle sono spesso insufficienti. Stiamo quindi stanziando ulteriori tre milioni di euro per ristrutturare 120 di queste abitazioni vuote, che si vanno a sommare alle 4mila già ristrutturate negli ultimi anni”.
Per la seconda misura, il sindaco di Milano, Beppe Sala, afferma: “abbiamo approvato un progetto, che dovrà essere deliberato anche dalla Regione Lombardia, per assegnare alloggi sfitti a lavoratori con un Isee inferiore a 26 mila euro; questi si faranno carico della ristrutturazione, che verrà parzialmente scomputata dal canone e gli alloggi saranno assegnati nell’ambito di progetti che valgono 12 anni. Secondo i nostri calcoli, l’investimento per la ristrutturazione e il costo dell’affitto, portano a un costo complessivo che è inferiore del 50% ai valori di mercato attuali di appartamenti privati nello stesso isolato” e dichiara: “Per testare la misura partiremo con 300 alloggi nei quartieri Gallaratese, Niguarda e Barona, ma l’obiettivo è di estenderla rapidamente ad altri 2000 alloggi. E questa può essere una vera boccata d’aria fresca per giovani lavoratori e lavoratrici che cercano casa in affitto”.
Per la terza misura, invece, il sindaco dichiara: “In tutta Europa ci sono politiche di sussidio agli affitti; l’Italia purtroppo non le ha e quindi oggi abbiamo deciso di destinare un fondo di circa tre milioni per aiutare con un contributo di 250 euro al mese per tre anni famiglie in affitto, entro una fascia di reddito entro i 30mila euro, cui nasce un figlio nel 2023 e sono residenti a Milano”; successivamente il sindaco afferma: “Questo è un modo per dire come dovrebbe e potrebbe essere organizzato un sussidio per l’affitto nelle grandi città”, e rimarcando che “il problema non è ovviamente solo di Milano, eppure ad oggi questo strumento da noi approvato è il contributo economico più significativo alla natalità che una famiglia riceve in Italia”. Ecco perché “alla premier Meloni chiedo di aiutarci a stabilizzarlo nei prossimi anni per i bambini e le bambine milanesi, ma anche di pensare a una misura analoga per tutto il Paese”.
Il sindaco conclude dicendo: è stato “approvato un protocollo in cui Fondazione Cariplo finanzierà studi e analisi per lavorare con il Comune per definire modelli di gestione nuovi e migliori per le case pubbliche”.