L’azienda notturna schernita da medici e giornalisti: Briatore grida allo scandalo.

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Da un paio di giorni sul web si è scatenata una crociata da parte dei lavoratori notturni conto la dottoressa Antonella Viola, virologa, ed il giornalista Corrado Formigli.
Sul web impazza la condiviose del video in cui, durante la trasmissione condotta da Formigli, un imprenditore romagnolo chiedeva alla professoressa delucidazioni sulla data di una possibile riapertura delle discoteche (polmone del turismo della riviera romagnola); il conduttore e la Dottoressa rispondevano in trasmissione con una risata del tutto fuori luogo.
Da queste immagini nasce un vero e proprio urlo di sdegno da parte di tutti gli addetti al settore.
A tal proposito è intervenuto sul suo canale youtube Flavio Briatore, in rappresentanza della movida italiana, ricordando che la discoteca tanto presa alla leggera è un azienda che crea occupazione e posti di lavoro.
Un miliardo e cento milioni di euro. E´il volume d´affari generato ogni anno dal settore del divertimento notturno e delle discoteche italiane che rappresenta il 20% sul totale del volume d’affari dell’intera ‘economia della notte’. I dati, riportati dal presidente del SILB, invitano ad analizzare attentamente il settore notturno Italiano poiché “La discoteca” che per molti è luogo di semplice divertimento, è un azienda che in Italia da lavoro a 400.000 persone tra barman, addetti alla sicurezza, camerieri, dj, tecnici audio e luci, ballerine, hostess, direttori, vocalist, promoter e tanti altri.
Non va dimenticato che “la discoteca” è solo la punta di un iceberg economico che genera un indotto su tante altre aziende.

Un azienda da 1.1 miliardi di euro di fatturato che è il 20% del fatturato derivante dalla Notte intesa come azienda (inserendo le attività parallele alla discoteca) si parla di un volume che oscilla tra i 5 e i 6 miliardi di euro annui in Italia.

Briatore e tutti gli altri addetti del settore, che su Facebook hanno scatenato il loro sdegno, ricordano quanto sia importante sconfiggere il pericolo di un virus cosi pericoloso ma allo stesso tempo chiedono rispetto e meno leggerezza nei confronti un azienda che rischia il collasso.

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