I vibratori elettromagnetici sono utilizzati nei più svariati ambiti del mercato mondiale, essendo una tecnologia che permette di orientare e selezionare varie tipologie di pezzi.
Per questo fanno parte di numerosi processi come trasporto, dosatura e imballaggio di diverse settori: pharma, automotive, food solo per citarne alcuni.
Ma come funzionano?
Indipendentemente dalle dimensioni, tutti questi sistemi funzionano con lo stesso principio.
Come tutti gli alimentatori vibranti, un alimentatore elettromagnetico a vibrazione sposta il prodotto facendo vibrare il canale dell’alimentatore.
I pezzi che si trovano nel canale, quando inizia a vibrare, si spostano in una serie di piccoli saltelli. Questa serie di saltelli si combina per creare il movimento costante del prodotto.
In caso di un vibratore elettromagnetico lineare il sistema sarà composto da un’unità base, una bobina, delle molle, un magnete e un canale.
Il canale è collegato all’unità base dalle molle. Le molle piatte consentono il movimento tra i due, ed è questo movimento che farà muovere i pezzi.
In termini semplici, la bobina (un nucleo ferroso avvolto in filo di rame per creare un elettromagnete) è fissata all’unità base e il magnete è attaccato al canale dell’alimentatore. La bobina attira e rilascia il magnete, generando il movimento tra l’unità base e il vassoio di alimentazione.
Generazione del movimento
La vibrazione di un alimentatore elettromagnetico viene generata quando la corrente elettrica alternata si muove avanti e indietro attraverso i fili della bobina.
Il magnete (attaccato al canale dell’alimentatore) è tenuto a pochi millimetri dalla bobina dalle molle. Mentre la corrente si muove in una direzione, la bobina attira il magnete e aggiunge tensione alle molle.
Quando la corrente cambia direzione, il magnete viene rilasciato e l’energia potenziale immagazzinata come tensione nelle molle viene utilizzata per far vibrare il canale e quindi far avanzare il materiale.
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